Donazione sanguigna: punti cruciali importanti e considerazioni
Ovunque, nel mondo, il problema sangue è un aspetto sanitario cruciale.
È indispensabile per la moderna medicina e, al momento attuale, può essere procurato esclusivamente dall’uomo.
Il nostro Paese è molto progredito in questa direzione, ma è ancora lontano dall’autosufficienza: il Veneto stesso, che è sempre stato considerato ampiamente autosufficiente, negli ultimi anni comincia a risentire di vari fattori negativi, che potrebbero portare, in un futuro non tanto remoto, a problemi di approvvigionamento, soprattutto in alcune aree geografiche.
I dati del 2003, ad esempio, ci dicono che nel Veneto il consumo di sangue è stato oltre il 7% superiore a quello del 2002, mentre la raccolta è stata superiore a quella del 2002 solo del 2%. La raccolta tra i donatori del nostro Centro Trasfusionale, oltre ad aver soddisfatto i bisogni degli Ospedali della nostra ULSS con circa 5.100 unità di sangue, ha potuto inviare ad Ospedali del Veneto (soprattutto quello di Padova) altre 2.500 unità di sangue raccolte.
Il sangue è un tessuto complesso, un mosaico di numerose componenti
tutte dotate di specifica funzione e tutte indispensabili alla nostra sopravvivenza ed è formato da parte liquida (plasma) e cellule (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, cellule staminali).
Per molti anni, la trasfusione si effettuava con sangue intero, conservato per breve periodo, tale quale veniva prelevato dalla vena del donatore.
Più di recente, grazie ai nuovi sistemi di prelievo, conservazione e lavorazione, adottati nei centri trasfusionali, si è affermato il concetto di “trasfusione mirata”. Infatti solo pochissimi pazienti hanno bisogno contemporaneamente di tutti gli elementi contenuti nel sangue; la maggior parte presenta difetto di un solo elemento, che viene allora somministrato in dosi adeguate ed in modo “mirato”.
Per questo, nei Centri Trasfusionali, tutto il sangue intero viene lavorato: ogni donazione è scomposta in 3-4 emocomponenti, ciascuno dei quali può essere destinato ad un paziente diverso. Moderne apparecchiature, inoltre, consentono oggi di differenziare il prelievo dal
donatore, il quale a seconda delle sue caratteristiche può essere sottoposto a prelievo di sangue intero o, in alternativa, a quello della sola parte liquida (plasma) con una procedura denominata plasmaferesi o, ancora, a quello della parte liquida e delle piastrine (piastrinoaferesi).
Gli sforzi della ricerca e l’impegno di ogni centro trasfusionale sono concentrati ad eliminare ogni possibile effetto indesiderato della terapia trasfusionale.
I rischi trasfusionali sono comunque molto remoti e, sicuramente, inferiori a quelli di altre attività comuni, quali la guida dell’auto, l’abitudine al fumo di sigaretta, un’eccessiva alimentazione.
Enumerare tutte le strategie di prevenzione adottate dai Centri Trasfusionali sarebbe molto complesso, per cui mi limiterò ad alcuni aspetti.
- Accurata selezione dei donatori: i nostri donatori sono abituali, più volte esaminati ed informati.
- Esami di Laboratorio: ogni unità donata viene sottoposta ad una nutrita serie di esami, che servono alla tipizzazione del gruppo sanguigno, alla valutazione generale dello stato di salute del donatore ed al riconoscimento di infezioni, quali sifilide, epatite B e C, AIDS: solo le unità rispondenti ai requisiti di legge sono destinate alla trasfusione, le altre sono eliminate.
- Utilizzo di Emoderivati: la maggior parte del plasma donato viene conferito ad una ditta specializzata nella sua lavorazione che restituisce, ad ogni ULSS, l’equivalente in Albumina ed altri emoderivati che vengono sottoposti, dalla ditta stessa, ad ulteriori controlli ed a processi di inattivazione dei virus, in modo da rendere gli emoderivati sicuri oltre ogni possibile dubbio.
Speriamo, per concludere, di aver dato un’informazione, per quanto incompleta, sulla complessità che sta dietro il nobile gesto di chi, gratuitamente e generosamente, dona il proprio sangue per altre persone più sfortunate.